lunedì 1 ottobre 2012

Testo presentato alla fine dell'assemblea. non si tratta di un testo sottoposto a voto ma una conclusione aperta.



Il 30 settembre a Roma si è svolta l’assemblea promossa dai firmatari e dalle firmatarie del documento “Non affoghiamo nella vecchia politica le speranze sollevate da SEL”.
Hanno partecipato compagni/e iscritti, responsabili di circoli territoriali, eletti in istituzioni locali, elettori e simpatizzanti di SEL che non provengono da una specifica storia politica o area né aspirano a crearne una nuova. Hanno opinioni diverse su aspetti programmatici così come sulla previsione di ciò che avverrà nei prossimi mesi. Sono elettori non rassegnati della sinistra, militanti appassionati al progetto su cui SEL è nata di ricostruire una sinistra larga capace di candidarsi al governo del cambiamento.
L’assemblea ha offerto uno spazio per l’espressione di un disagio cresciuto spesso nelle realtà locali e di un disorientamento frutto di un deficit nella costruzione partecipata della nostra politica a livello nazionale. Abbiamo assunto una responsabilità a servizio di Sel e abbiamo provato a mettere a disposizione un’occasione di confronto per trasformare questo disagio in politica e proposta. Anche i limiti della discussione svoltasi in questa assemblea sono il segno del problema che abbiamo posto e cioè la carenza di occasioni di confronto ed elaborazione condivisa.  
Non assumiamo ovviamente nessuna decisione organizzativa ma mettiamo a disposizione di SEL questo stimolo e assumiamo tutti i contributi come patrimonio per la discussione. Renderemo disponibile on line le riprese dell’assemblea e i contributi scritti di chi non è riuscita/o ad intervenire.

Ci rivolgiamo al gruppo dirigente di SEL, perché siamo convinti che senza un cambio nel nostro modo di essere e di organizzarci entra in crisi anche la nostra capacità di  interloquire con ciò che si muove nella società; la nostra credibilità; la nostra autorevolezza nel presentarci come punto di riferimento agli occhi di un elettorato di sinistra deluso ma anche di quella sinistra diffusa che, ogni volta che gli si dà spazio, dimostra di poter vincere.
Per questo il nodo cruciale del nostro appuntamento è la democrazia: non intesa come una generica e innocua “petizione di partecipazione” ma piuttosto per il nesso tra la qualità delle forme di partecipazione e la credibilità della nostra proposta politica. Siamo convinti che la capacità di incidere su alleanze e programmi dipende anche dalla qualità del modo in cui stiamo insieme e dalle forze sociali che SEL è in grado di coinvolgere nelle battaglie che porta avanti.  Senza il coinvolgimento di una sinistra ampia e plurale, senza partecipazione e apertura non riapriremo nessuna partita.
Il sentimento che ci muove non è l’antipolitica né il culto del minoritarismo di sinistra, né la nostalgia del modello tradizionale di partito gerarchico e burocratico: il nodo sulla qualità della vita democratica e della partecipazione va ben oltre SEL, per questo poniamo questo tema a tutta la sinistra, la  forze politiche, i movimenti e le reti sociali.

Il Governo Monti ha aggravato la crisi e il nostro primo obiettivo deve essere contrastare  qualsiasi ipotesi che riproponga le sue politiche e assuma i vincoli di bilancio europei come quadro indiscutibile per le prossime politiche. La crisi distruttiva del neoliberismo, della globalizzazione finanziaria, desertifica la società e distrugge diritti e risorse ma apre anche una nuova possibilità di critica e di contrasto del consenso alle politiche neoliberiste di tre decenni.

Oggi la costruzione di una coalizione di governo, capace di prefigurare un’alternativa, è più difficile di un anno fa: la costituzione del governo Monti e le sue politiche hanno incrinato la leggibilità di un’alternativa di centrosinistra alla destra e al berlusconismo, hanno determinato la crisi di una  coalizione larga e, soprattutto, incrinato il rapporto tra centrosinistra politico e quella parte di paese che aveva determinato la vittoria dei referendum sull’acqua, che aveva rotto l’egemonia berlusconiana nel Paese. Con la rottura con l’Italia dei Valori e con l’esplodere di un conflitto tutto interno al Partito Democratico, le primarie rischiano di mutare senso. La candidatura di  Nichi Vendola alle primarie deve dunque misurarsi con questo nuovo quadro.

Oggi condizione preliminare per lo svolgimento di primarie che non siano un surrogato del congresso del PD ma un’effettiva occasione di costruzione di una coalizione larga, è lo sviluppo di un confronto programmatico che delinei un profilo della coalizione larga di centrosinistra leggibile.

Ma proprio perché non siamo rassegnati a questo esito e cioè a una divisione nel centrosinistra che determini un’egemonia moderata nel principale partito della coalizione e  a una prosecuzione delle politiche neoliberiste e monetariste che comprimono le condizioni di vita delle persone e gli spazi di democrazia nei paesi europei, vogliamo caratterizzare la candidatura di Nichi Vendola alle primarie su tre elementi su cui raccogliere un impegno e un consenso largo a sinistra: il superamento dell’agenda Monti e il cambio delle politiche depressive e antipopolari in Italia e in Europa, l’allargamento della coalizione alle forze politiche dello schieramento di centrosinistra ma soprattutto alla società.
Se vogliamo scongiurare l’esito di una chiusura moderata del quadro politico la candidatura di Nichi Vendola può essere lo strumento comune, largo,  per indicare una prospettiva. Per questo ci rivolgiamo alla sinistra sociale, culturale e politica per fare, anche nella differenza di collocazione e prospettive, della candidatura di Vendola lo strumento per contrastare l’ipotesi del Governo Monti bis e il superamento  delle politiche di rigore europeo, in particolare MES e Fiscal Compact. Al tempo stesso una legge elettorale che imponesse una lista unica comprometterebbe l’idea di una sinistra autonoma e determinerebbe un’ulteriore allontanamento del centrosinistra dal popolo che intende rappresentare.
Ma in una fase allarmante di crisi sociale, civile e democratica,  è necessario che il cambiamento non si rilanci solo attraverso le urne, ma attraverso una lunga e paziente creazione di coalizioni sociali, di contrasto alla frammentazione sociale e all’involuzione politica e culturale. Crediamo che la politica sia anche trasformazione delle relazioni quotidiane,  costruzione di processi sociali che spostano e trasformano gli orientamenti diffusi nel Paese: essa non si esaurisce nell’esperienza del governo. Ma, al tempo stesso, una sinistra che rifiuti programmaticamente di cimentarsi col nodo del governo rinuncerebbe al suo ruolo e non risponderebbe al bisogno di cambiamento delle condizioni materiali di vita delle persone.  
La costruzione di un profilo avanzato e innovativo di una proposta di governo di alternativa non può essere affidata ad una trattativa tra partiti che costringa continuamente la sinistra nell’alternativa tra rottura o accettazione di politiche imposte dalla componente moderata: è necessario costruire processi nella società che spostino gli orientamenti   nella coalizione  e ancor prima nella società:

  • Il primo terreno per produrre concretamente il programma della coalizione è rappresentato dai Referendum sul lavoro che impongono una priorità e un indirizzo per la prossima legislatura e offrono un terreno di lavoro comune con la Fiom e tante esperienze politiche a sinistra, per rompere la solitudine politica del mondo del lavoro e raccogliere la grande sofferenza diffusa anche nel corpo della CGIL. Riporre il tema dei diritti dei lavoratori è condizione per ridare dignità e voce ai lavori nella loro pluralità, guardando a quel mondo della precarietà cresciuto fuori dalle regole le tutele e le forme tradizionali del lavoro.  Ridare centralità al lavoro vuol dire anche riaprire un’iniziativa di massa e un’elaborazione politica capace di prefigurare un’idea di sviluppo che non contrapponga diritti e sviluppo, ambiente e salute al lavoro. La crisi è crisi di un modo di produrre e non se ne esce senza un’idea diversa dello sviluppo.
  • Il secondo terreno riguarda i diritti civili, la laicità, le libertà di uomini e donne con qualsiasi orientamento sessuale. Anche su questo terreno crediamo necessario costruire una grande campagna nazionale che prospetti un’altra idea di libertà rispetto al berlusconismo e una diversa civiltà rispetto alle spinte clericali e oscurantiste. La lotta per i matrimoni omosessuali, per la difesa della legge 194 e della libertà a salute sessuale delle donne, l’impegno contro la Legge 40, sulla procreazione assistita, sulle relazioni di potere tra i sessi  non sono questioni parziali ma disegnano un’alternativa di civiltà al modello berlusconiano che ha segnato gli ultimi anni del nostro Paese.
  • Un terzo terreno su cui è possibile coniugare costruzione del programma di governo nazionale e rapporto con pratiche diffuse è quello dei beni comuni che oggi si presenta in una forma aggiornata dopo la vittoria del referendum: la spinta alla vendita del patrimonio pubblico per la riduzione del debito. Oltre ai comitati per l’acqua e per il rispetto dell’esito referendario, le tante vertenze per l’uso degli spazi pubblici nelle città intrecciano questo tema alla produzione di cultura e di relazioni sociali nelle città e alla reinvenzione del rapporto tra società, isitituzioni locali e forme di autogoverno.
  • Lanciamo inoltre la proposta di un’assemblea nazionale sulle forme della politica: le sue pratiche, i suoi linguaggi, il suo carattere inclusivo, le forme di conflitto, partecipazione e costruzione delle decisioni e degli indirizzi. Al congresso di Firenze mettemmo da parte questa discussione: va ripresa liberandola dal confronto sull’elezione dei gruppi dirigenti. Tra i modelli tradizionali di partito e le degenerazioni dei partiti attuali è necessario riproporre una sperimentazione che valorizzi il radicamento nei territori ma anche l’impegno tematico, la relazione con i movimenti, il superamento di linguaggi e modelli organizzativi gerarchici. Una riflessione che deve orientare il ripensamento del modo di vivere di SEL ma anche contribuire a una riflessione e una ricerca più ampia.
  • La buona politica comincia anche con il darsi regole limpide. Proponiamo che SEL giunga all’appuntamento elettorale dando un segno chiaro di cambiamento e di alterità. Tra le indicazioni crediamo si debba discutere di procedure trasparenti sulla decisione delle candidature di SEL a livello nazionale e locale , incompatibilità tra incarichi amministrativi e candidature politiche, limiti di spesa certi per le campagne elettorali dei candidati e obbligo di pubblicizzazione dei bilanci negli organismi locali, modelli organizzativi e costruzione degli organismi locali che garantiscano l’autonomia di SEL dalla dimensione istituzionale. Oltre le regole è necessario impegnarci attivamente per ridurre i vincoli culturali che impoveriscono la nostra vita democratica, cambiare i tempi tradizionali della politica che limitano la presenza delle donne sia nelle cariche elettive sia nei ruoli di responsabilità nei partiti, valorizzare la presenza dei giovani, superare pratiche che premiano il conformismo a scapito della ricerca libera, del confronto aperto come condizione di una comunità plurale, aperta, inclusiva e solidale.





martedì 18 settembre 2012


Non affoghiamo nella vecchia politica la speranza rappresentata da SEL

Aggiornamento Adesioni


DOMENICA 30 SETTEMBRE ore 10.30, assemblea nazionale, a Roma, a partire da questo documento che sta riscuotendo molto interesse. Siete tutt* invitat* a partecipare all'iniziativa e alla sua organizzazione (faremo una mail list apposita, chiedeteci di essere inserit*). Per le adesioni al documento e per l'iniziativa scrivete a nonaffoghiamo@gmail.com


Care compagne e cari compagni,

ci rivolgiamo al Coordinamento Provinciale, lo spazio che ci siamo dati per condividere la costruzione di SEL a Roma;

ci rivolgiamo alla Presidenza Nazionale, poiché crediamo che il gruppo dirigente nazionale per troppo tempo non abbia assunto la responsabilità di costruire SEL come corpo vivo, aperto, democratico e partecipato;

ci rivogliamo anche alle e agli iscritti e i simpatizzanti di SEL, perché crediamo che la responsabilità della costruzione di questa esperienza sia di tutte/i, senza esclusioni.

Lo scorso 26 giugno abbiamo partecipato a un’assemblea di compagne e compagni di SEL provenienti da storie e percorsi molto diversi, ma accomunati dall’affetto per la nostra impresa comune e dalla preoccupazione di fronte al rischio di vederla rattrappirsi. L’incontro è nato da un diffuso disagio cresciuto in questi mesi. Senza la possibilità di un confronto trasparente, di un ascolto effettivo e la possibilità di incidere, questo disagio rischia di limitarsi alla lamentazione, all’invettiva e di tradursi in diffidenza o, peggio, in abbandono.

Crediamo ci possa essere un modo per affrontare le dinamiche che rendono spesso asfittica la vita della nostra esperienza politica, le sue evidenti degenerazioni, il sequestro di ogni spazio di confronto, conflitto ed elaborazione condivisa, senza cadere in letture liquidatorie, semplicistiche o riducibili a logiche di schieramento interno. Riteniamo necessario ascoltare e dare spazio alle critiche emerse, per trasformarle in politica, perché la capacità di iniziativa politica di SEL, la sua spinta innovativa e credibilità dipendono dalla qualità del nostro modo di stare e di decidere assieme.

È stato un segno di maturità e responsabilità evitare, nei mesi scorsi, che il legittimo confronto su modi diversi di intendere SEL portasse alla paralisi e a un dibattito tutto rinchiuso all’interno. Ma affrontare in modo trasparente i nostri limiti non rappresenta un indebolimento. Anzi, pensiamo sia urgente la necessità di aprire una discussione tra noi su come far corrispondere il nostro modo di vivere quotidianamente questa esperienza politica alla ragione di nascita di SEL, la sua ispirazione, la sua scommessa.

La nostra impresa comune segna un’impasse e intorno a noi crescono i segni di insoddisfazione e avanzano nuove risposte. Lo riscontriamo nelle reazioni dei cittadini e delle cittadine che incontriamo, lo vediamo in chi si impegna nei comitati, nei movimenti e in quelle esperienze innovative di lotta e di discussione che animano le nostre città. Anche la crescita di iniziative (locali e nazionali) a sinistra, alcune promosse da esperienze sindacali avanzate, altre espressamente mirate a promuovere nuovi soggetti politici, così come l’avanzamento elettorale di liste caratterizzate dal rifiuto spesso liquidatorio e demagogico dei partiti, ci suggeriscono che esiste una domanda, un desiderio e un bisogno al quale non siamo riusciti a parlare a sufficienza e che, di tutta risposta, ci ha percepiti come omologati alla politica di palazzo e ai suoi vizi.
Il Movimento 5 stelle, ALBA, l’iniziativa della FIOM, le liste civiche locali e la loro proposta a livello nazionale (ma anche la crescita dell’astensionismo) sono alcuni elementi di uno scenario confuso e in evoluzione segnato da una crisi delle forme politiche esistenti. Una forza come SEL, nata per mettere al centro il tema della trasformazione della politica, della riapertura di canali di comunicazione tra pratiche sociali, culture politiche innovative e forme organizzate, deve porsi una domanda rispetto al proliferare di iniziative che traggono ragion d’essere da questo vuoto e dall’assenza di una proposta credibile che (anche) SEL avrebbe dovuto costruire.

Non vogliamo rinunciare a quella scelta fondativa che ha fatto di SEL una speranza per uscire dalla cieca e disperata rassegnazione delle due sinistre.
Crediamo ancora oggi nella necessità di costruire una coalizione di centrosinistra innovativa, unitaria, aperta, capace di uscire dal recinto dei partiti e valorizzare ciò che si muove al di fuori di essa.
Questo oggi si traduce nella necessità di incalzare e sfidare il PD sul terreno di una proposta credibile e innovativa di governo. Il nodo di un’alleanza larga, plurale e rinnovata e dunque di un rapporto con il PD e il suo insediamento sociale resta un dato qualificante della nostra proposta. Per questo è necessario leggere con attenzione il conflitto apertosi in quel partito e nel suo corpo sociale di riferimento , misurarsi con il passaggio stretto che il PD ha affrontato nella transizione del dopo Berlusconi, subendo il ricatto europeo e contrastare la spinte suicide che portano dirigenti di quel partito a interpretare l’appoggio al governo Monti come premessa a una collocazione di lungo periodo del PD in un quadro moderato.

La proposta di una sinistra che si cimenta col governo senza rinunciare ai propri contenuti incontra dunque oggi una oggettiva difficoltà ma è possibile solo se riusciamo a mettere in atto una forte autonomia politica e culturale. Lo sforzo di tenere aperto un difficile dialogo tra il centro sinistra, il partito democratico, i movimenti, le realtà associative e i comitati è possibile solo se abbiamo l’autorevolezza di farlo perché forti di un progetto innovativo e non per inerzia o opportunismo.

Non si tratta di inseguire un’alleanza per rispondere al riflesso condizionato di autoconservazione di un ceto politico intermedio ma di tenere aperta una prospettiva di trasformazione e scongiurare l’involuzione moderata del principale soggetto politico di centro sinistra, del suo elettorato e delle organizzazioni di massa di riferimento.

Oggi il credito di SEL rischia di esaurirsi perché non abbiamo creduto fino in fondo nelle nostre idee e perché non abbiamo fatto tutti gli sforzi per essere corpo vivo, plurale e capace di produrre pratiche politiche innovative ed elaborazione condivisa.

Non abbiamo alcuna nostalgia della burocrazia, della gerarchia e dell’autoconservazione dei vecchi partiti. Ma proprio perché cerchiamo un’altra politica, non crediamo che l’alternativa sia trasformarli in comitati elettorali, organismi di semplice perpetuazione del ceto politico. Alla logica della fedeltà allo schieramento, al principio della delega, alla gestione proprietaria dei partiti, preferiamo il confronto, l’ascolto della critica e la valorizzazione dell’autonomia e della ricerca libera: per questo riteniamo urgente una riflessione tra noi.

È una riflessione che va ben oltre SEL e che deve produrre un’alternativa al confronto disperante e disperato tra politicismo e antipolitica.
È necessario produrre una critica alla radice lo statuto della politica stessa - il suo fondarsi sulla separatezza tra pubblico e privato, sulla gestione del conflitto in base alla logica amico-nemico, su modelli di appartenenza basati su gerarchia, delega, rimozione delle differenze, su un’idea separata e sacrificale della militanza, su un’idea del potere maschile che ormai non corrisponde più nemmeno alla vita degli uomini e al loro desiderio di libertà. Non si tratta di generiche petizioni di principio ma di questioni che tornano oggi prepotentemente in superficie, mostrando la crisi e i limiti di un’ idea della politica che si ammanta di nuovo ma resta vecchissima.

All’interno di SEL ci sono intelligenze, esperienze e risorse culturali e politiche che dobbiamo valorizzare e che non corrispondono alla mediocrità di quanto spesso abbiamo prodotto.
Riapriamo il confronto, la ricerca, la sperimentazione - a partire da noi - e riapriamo canali di interrogazione reciproca con le soggettività “esterne”: sono questi due compiti ineludibili per far sì che quelle su cui siamo nati non rimangano belle speranze.

Le compagne e i compagni dell'assemblea romana del 26 giugno.

Tra i primi e le prime a firmare, in ordine alfabetico: Barbara Auleta (SEL Roma), Saverio Aversa (SEL Roma), Fabio Bonanno (SEL Roma), Caterina Botti (Roma), Gabriella Casalini (Roma), Stefano Ciccone (SEL Roma), Mauro Cioffari (SEL Roma), Mario Cocco (SEL Roma), Mauro Coldagelli (SEL Roma), Andrea Costa (SEL Roma), Evi Desideri (SEL Roma), Ivan Errani (SEL Roma), Ileana Izzillo (SEL Roma), Serena Marcianò (SEL Roma), Lucia Masotti (SEL Roma), Enzo Mastrobuoni (SEL Roma), Cristina Mosca (SEL Roma), Franco Moretti (SEL Roma), Monica Pasquino (SEL Roma), Silvana Pisa (SEL Roma), Dante Pomponi (SEL Roma), Paolo Santurri (SEL Roma), Alfredo Toppi (SEL Roma), Caterina Turato (SEL Roma), Carolina Zincone (SEL Roma), Maurizio Carrozzi (SEL Roma), Alessia Marri (SEL Roma)

Seguono: Concetta Cuscusa (SEL Bari), Toni Matteacci (Coordinamento regionale SEL Marche), Angela Bernardini (Roma), Fabrizio Palombi (Roma), Claudia Raho (Nardò, Lecce), Alfonso Gianni (Assemblea Nazionale SEL), Mario Borgo Caratti (Consigliere comunale SEL, Pomezia), Alberto Ciullini (Consigliere SEL Zona 2 del Comune di Milano), Matteo Frasca (Roma), Flavio Veneziale (Roma), Bruna Pirola (Roma), Monica Biondi (Firenze), Antonella Ciocia (Terracina, Latina), Roberto Demontis (Genova, Politiche internazionali SEL Liguria), Nicola Cirillo (Firenze), Fulvia Bandoli (Presidenza Nazionale SEL), Thomas Olivieri (Fano), Edgardo Signoretti (Roma), Giandomenico Potestio (Firenze), Sandra Borsi ( SEL Pistoia), Cinzia Abramo (SEL Foligno), Paola Verticelli (SEL Mentana/Fonte Nuova), Maurizio Esposito (SEL Roma), Massimo Galletti (SEL Cremona), Mario Torcinovich (SEL Venezia), Rossana Calistri (Roma), Salvatore Gioncardi (Roma), Pietro Masina (Roma), Giampietro Pizzo (Assemblea Nazionale SEL, Venezia), Enrico Lauricella (SEL Firenze), Mauro Servalli (SEL Imperia), Francesco Gismondi (SEL Basso Garda - Desenzano del Garda, Brescia), Grazia Loria (Responsabile Scuola SEL Catania), Luigi Previati (SEL Genova), Jacopo Zannini (SEL Trento), Piero Morandini (SEL Mentana-Fonte Nuova), Angelo Saracini (SEL Grecia), Franco Bernardi (Basso Garda - Desenzano del Garda-Brescia), Enrico Bresciani (Basso Garda - Desenzano del Garda-Brescia), Germana Foscheri (Basso Garda - Desenzano del Garda-Brescia), Romeo Portaro (SEL Novara), Claudio Paolinelli (SEL Falconara Marittima, Ancona), Piero Catocci (SEL Firenze), Ornella Intrieri (SEL Roma), Danio Aloisi (SEL Nardò), Mattia Ciampicacigli (SEL Roma), Giuseppe Reitano (Roma), Angela Ciaccafava (Sel Senigallia), Claudio Scazzocchio (SEL Torino), Vera Marchetti (SEL Roma), Laura Paleari (Coordinamento provinciale SEL Genova), Tonino Cafeo (Assemblea provinciale SEL Messina), Catia Gatti (SEL Roma), Giampaolo Lambiase (SEL Salerno), Angela Bernardini (SEL Roma), Erich Czichy (Auditore, PU), Enzo Tappa (SEL Ventimiglia, IM), Andrea Valeri (SEL Roma), Piero Morandini (Mentana), Antonio Lauretano (SEL Terracina, LT), Marcello Failla (Comitato provinciale SEL Catania), Crispino Maggio (SEL Messina), Andrea Bagaglio (SEL Mercallo, Varese), Sergio Caserta (SEL  Bologna), Franco Bernardi (SEL Basso Garda, BS), Claudio Baldan (Narni, Terni), Giovanni Torrisi (SEL-Urbino), Anna Maria Da Re (SEL Vittorio Veneto), Salvatore Salzano (SEL Stradella, PV), Giuseppe Montalbano (Coordinamento cittadino SEL Pisa),Francesco Catuogno (Assemblea provinciale SEL Terni), Carlo Moscardini (iscritto ma autosospeso SEL Lastra a Signa Firenze), Elettra Stamboulis (SEL Ravenna), Silvia Acquistapace (SEL Roma), Giusy Sacco (SEL Basso Garda - Desenzano BS), Enrico Bonelli (Sessa Aurunca), Bruno Pastorino (Genova), Riccardo Rifici (Roma), Patrizia Baragetti (SEL Basso Garda - Desenzano, Bs), Enrico Solito (SEL Sesto Fiorentino), Raffaella La Perna (SEL Roma), Elena Pansini (Firenze), Margherita Biagini (SEL Firenze), Luciano Ariani (SEL Firenze), Claudio Colletti (Assemblea SEL Regione Sicilia), Loretta Scannavini (Coordinamento Provinciale SEL Rieti e Provincia), Maurizio Pietropoli (www.sezionelasinistra.net), Rosa Anna Tucci (SEL Taranto), Andrea Casucci (SEL Firenze), Donatella Verdi (Firenze), Lido Giampaoli (Assemblea provinciale SEL Pisa), Francesco Marchizza (SEL Roma), Mara Caporale (Ladispoli, Roma), Elisabetta Querci (SEL Pistoia),Maurizio Pietropaoli (Roma), Claudio Morselli (Coordinatore provinciale SEL Mantova), Lucia Sorrentino (Milano), Francesca Ferrarini ( Consigliere comunale SEL Bogliasco, GE), Lino Bucci (SEL Terracina), Massimiliano Mantovani (Venaria Reale, TO) Dino Orlandini (SEL Genova), Giulio Lo Bascio (SEL Roma), Aldo Borghesi (SEL Sassari), Sandro De Toni (SEL Roma), Carlo Loccarini (Roma), Ivana Canevarollo (Genova), Nicoletta Dentico (Roma), Bruno Altomonte, (Reggio Calabria, Fabbrica di Nichi), Nicola Saba (SEL Roma), Paolo Di Cicco (SEL Fondi, Sperlonga, Monte San Biagio - LT), Felice Besostri, Maurizio Rella (SEL Messina), Alberto Bozzi (Coordinamento regionale SEL Toscana), Ciccio Voccoli (Taranto), Pasquale Videtta (SEL Federazione di Potenza), Marco Vitali  (SEL Bergamo Coordinatore Sel Bassa Bergamasca), Enza Venezia (SEL Catania Responsabile turismo), Carlo Viano, Giuliana Campanaro (SEL Roma), Serena Cernecca (coordinamento provinciale SEL Pavia), Tiziano Marchini (SEL La Spezia), Antonio Cadeddu (SEL Roma), Armando Mangone (SEL Roma), Luca Tumminello (SEL Pinerolo, TO), Giovannella Podestà (SEL Roma), NIcola Gianello (SEL Sarzana-Ameglia, SP), Hervé Brusa (SEL Nord Pavese), Federico Capurro (SEL Genova), Valentina Villabuona (SEL Trapani), Aldo Carra (Roma), Paola Repetto (SEL Genova), Danilo Capitani (SEL Collegno - TO), Andrea Podesta (SEL Genova), Massimo Francescangeli (SEL Roma), Cesare Ranucci (SEL Roma), Gianfranco Maria De Carlo (SEL Roma), Alberto Mazzoni (SEL Genova),  Silvia Acquistapace (SEL Roma), Angelo Orientale (SEL Salerno), Dino Orlandini (SEL Genova), Sergio Tosini (SEL Roma), Attilio Casagrande (SEL Senigallia),  Massimo Bonaldo (SEL Genova), Anna Illiano (Bacoli, NA), Francesco Manzolillo (SEL Sala Consilina, SA), Stefania Fanelli (Marano, NA), Giovanni Vindigni (Coordinatore Federazione SEL Catania), Carlo Viano, (Coordinatore Circolo SEL Ilaria Alpi - Genova), Francesco Cucchi (SEL Senigallia), Matteo Cognini (Tesoriere provinciale SEL Ancona), Enea Boria (Coordinamento provinciale SEL Lodi), Spartaco Innocenzi (Terni), Carlo Viano (SEL Genova), Marilena Cassano (Torre Pellice, TO),  Antonella  Francesca Falcinelli (SEL cordinamento provinciale della Spezia), Francesco Rubini(SEL Ancona), Emilio Robotti (Genova), Adriana Anselmi (SEL La Spezia), Fabio Monti (SEL Sant'Egidio alla Vibrata, TE), Angelo Cleopazzo (SEL Nardò), Giuliano Ciampolini ( membro dell'Assemblea di SEL a Pistoia e in Toscana), Elisabetta Catalanotto (SEL Pisa), Roberto Neulichedl (SEL Reggio Emilia), Gianfranco Spinelli (Assessore Comune di Serravalle Pistoiese), Umberto Franchi (SEL Lucca), Piero Scarselli ( SEL Firenze), Beniamino Ginatempo (SEL Messina),  Francesca Koch (SEL Roma), Giorgio Parisi (Roma), Lorenzo Cambiaso (SEL Ponente savonese), Matteo Pucciani (SEL PISA), Maurizio Vergallo (Presidente Assemblea Federale SEL, Reggio Emilia), Lilli Micheli (SEL ROMA), Lamberto Vaghetti (Roma), Valeria Angelini (SEL Roma), Giuseppina Lucignani ( SEL Valle del Serchio, Lucca), Fulvio Simone Lori (SEL Parma), Bruno Roveda (Frosinone), Francesco Parisi (Roma), Aquino Fulvio (Civitavecchia), Nicola Triggiani (SEL Genova), Maurizio Donarelli (SEL Valle del Velino, RI), Marco de Lindemann (Roma), Settimio Bruschi ( SEL Velletri), Rino Gennari (SEL Ravenna - Assemblea federale SEL di Ravenna), Fabio Mischi (SEL Piombino Val di Cornia)
Gruppi, collettivi e circoli: Collettivo Riprendiamoci la politica (Roma), Circolo SEL "XI Maggio" (Iglesias), Circolo SEL Miriam Makeba (Salerno)

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